venerdì 23 giugno 2017

A BRIGLIE SCIOLTE

Legambiente critica sugli interventi del Consorzio di Bonifica nel Comune di Murlo

Negli ultimi anni il territorio del Comune di Murlo, insieme ad altre località della val d’Arbia, è stato ripetutamente investito da eventi climatici estremi, con conseguenti piene che hanno messo in sofferenza molte aree: in particolare le zone della “Miniere di Murlo” e la “stazione della Befa” lungo la linea ferroviaria Siena-Grosseto, più volte interrotta dalle piene generate dai torrenti Crevole e Crevolicchio.
Stiamo parlando di ambienti di estremo valore ambientale contigui al sistema delle riserve naturali della nostra Provincia. Pagine del suo diario geologico aperte alla nostra lettura e palestra di studio della nostra Università. Colline e corsi d’acqua di estremo interesse naturalistico e paesaggistico, già oggetto, in un non lontano passato, di una respinta previsione di sfruttamento turistico che prevedeva la realizzazione di alcuni villaggi turistici nella zona delle Miniere e lungo il torrente Crevole. Anche allora, nonostante la forte sollecitazione, prevalse la volontà di conservarne l’enorme valore ambientale.
I cambiamenti climatici di cui siamo testimoni, uniti alla particolare conformazione della zona e ad una gestione del patrimonio boschivo soggetto a massicci tagli, ne stanno mettendo però a dura prova la sua tenuta idrogeologica.
Il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, su sollecitazione del Comune e ricorrendo a fondi europei integrati da contributi regionali, ha recentemente ottenuto l’autorizzazione per realizzare una serie di briglie: punti di scorrimento delle acque che prevedono alcuni tratti di pavimentazione del letto dei torrenti con a lato pareti artificiali realizzate con grossi massi, fra loro cementati. Opere di classica ingegneria idraulica che dovrebbero controllare la velocità delle piene e rallentarne il trasporto di sedimenti, mettendo così in sicurezza le due località.
Purtroppo, secondo Legambiente, i previsti interventi non assicurano affatto la sicurezza a valle delle persone e delle cose. Certi e irreparabili saranno invece i danni ambientali ai due corsi d’acqua, le cui sponde sono in continua evoluzione , con opere del tutto inadeguate ad ambienti dal così fragile equilibrio idrogeologico. Pensare di ridurne con briglie la potenza che essi sviluppano durante le piene è illusorio e comunque non efficace a limitare i danni valle.
Il vero problema non sono tanto gli improvvisi aumenti di portata, quanto i restringimenti costituiti dai due ponti nella zona delle Miniere. Essi rappresentano il maggiore ostacolo contro il quale si abbattono e si infrangono le piene, che provocano gli allagamenti della frazione .
Perché non spostare a monte quei due collegamenti stradali, allargando così la zona d’incontro dei corsi d’acqua e assicurare un miglior deflusso a valle delle piene? Perché non utilizzare quelle importanti risorse concesse dalla Comunità Europea e dalla Regione Toscana, invece che per la realizzazione delle briglie nei due corsi d’acqua, per una modifica del tracciato della strada per la frazione delle “Miniere”? I servizi che si trovano nell’attuale attraversamento potrebbero, magari, essere abbassati in una passerella a raso a livello del greto del torrente.
Problematiche simili nella zona della Stazione della Befa. Nei vari lavori di ripristino della linea ferroviaria si è ragionato anche qui con la logica dei muri in cemento a protezione del rilevato dei binari. Era invece possibile approfittare della lunga interruzione e del cantiere per aumentare i varchi al di sotto della linea ferroviaria e permettere un più facile passaggio della piena verso il vicino Ombrone.
In entrambe le situazioni continuiamo ad illuderci di governare le forze si sviluppano, in presenza di precipitazioni eccezionali, con la rigidità delle opere di contenimento. Vanno invece lasciate loro ampie zone di sfogo riducendo le strozzature causate dai vari attraversamenti stradali e ferroviari.

Siena 15.06.2017

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